Castagne di Montella

Il frutto ha ricevuto la Denominazione di Origine Controllata (DOC), ora IGP, risultando unico caso in Italia di prodotto ortofrutticolo

IRPINIA E CASTAGNA DI MONTELLA

L’Irpinia per la sua orografia quanto mai varia, caratterizzata da notevoli contrasti altimetrici, per la feracità dei suoi terreni (origine vulcanici), per il clima, detiene il grosso dei territori investiti a castagneto da frutto, contribuendo alla produzione nazionale con 100 mila quintali, su una superficie di circa 9 mila ettari. Di questi circa 3 mila ricadono, con una produzione di 60 mila quintali, nell’areale della Castagna di Montella, la quale è stata la prima D.O.C. (ora I.G.P.) applicata ad un prodotto vegetale.

La Castagna di Montella è prodotta esclusivamente negli agri del Comune di Montella, Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Volturara Irpina, Nusco e Montemarano, ad un’altitudine compresa tra i 500 e i 1000 metri s.l.m.. Il numero di piante per ettaro oscilla dalle 80 alle 180 ed anche più a seconda dell’acclività delle pendici. La Castagna di Montella è rappresentata, per il 90% della produzione complessiva dei sei Comuni, dalla varietà palommina e per il restante 10% da altre varietà, per lo più selvatiche, che prendono il nome del comune nel quale sono più diffuse e comunque di minor pregio rispetto alla palommina.

Il frutto di tale varietà è di pezzatura media e medio-piccola (75-90 a kg). Le elevate caratteristiche di serbevolezza, sapidità e fragranza del prodotto consentono due forme principali di utilizzazione: allo stato fresco (comprendendo anche il surgelato) ed allo stato secco in guscio o sgusciato. Allo stato attuale circa il 50% della produzione viene esportata negli Stati Uniti, il 25% sui mercati europei ed il rimanente 25% sui mercati nazionali.

Grazie alle caratteristiche organolettiche, la Castagna di Montella può essere utilizzato sia allo stato fresco che secco, in guscio o senza. Rinomata è la “Castagna del Prete”, caratteristica del periodo natalizio.